Magazine Psicologia

Una partita a scacchi

Da Simonetta Frongia
La metafora della partita a scacchi serve a illustrare la differenza tra gli approcci psicologico, psicoanalitico, psichiatrico e filosofico.Una partita a scacchiImmagina di trovarti impegnato in una partita a scacchi e di aver appena fatto una mossa.Il tuo psicoterapeuta ti chiede:” Perché hai compiuto quella mossa?” e tu, che non sai dove vuole arrivare, rispondi “Beh, volevo solo mangiare la torre”. Lo psicoterapeuta però continua a porre domande per scoprire la presunta causa psicologica di quella mossa, con la certezza che c'è una spiegazione al di là di “volevo mangiare la torre”, e puoi così trovarti a raccontare l'intera vicenda della tua vita per dare ragione alle sue supposizioni.Una teoria psicologica, un tempo popolare ma oggi assai contestata, avrebbe ipotizzato che il tuo attuale comportamento aggressivo - il desiderio di mangiare la torre - deriva da precedenti frustrazioni.
La stessa domanda te la porrebbe il tuo psicoanalista: “Che cosa ti ha indotto a fare quella mossa?”. Alla tua risposta: “ Beh, volevo solo mangiare la torre”, lui replicherebbe: “Molto interessante, e adesso, che cosa ti ha indotto a rispondere che è stato questo a indurti a fare quella mossa?”. Ancora una volta ti può capitare di vederti cavare di bocca l'intera storia della tua esistenza, o perlomeno i capitoli riguardanti la tua infanzia. Se lo psicoanalista non è ancora soddisfatto, proporrà magari motivi di cui eri inconsapevole, riandando alla prima infanzia. Una teoria psicoanalitica, ancora corrente ma assai contestata, suonerebbe che il tuo comportamento possessivo, il desiderio cioè di mangiare la torre, deriva dalla tua insicurezza repressa, causata dal fatto di essere stato svezzato all'allattamento al seno.
Anche il tuo psichiatra ti chiederebbe: “Che cosa ti ha indotto a fare quella mossa?”. Tu torni a rispondere :”Beh, volevo mangiare la torre”. A questo punto il tuo psichiatra consulta l'ultima edizione del Diagnostic and Statistical manual (DSM, manuale diagnostico e statistico), ( per i non addetti ai lavori siamo alla IV^ edizione e nel 2012 uscirà la V^ )alla ricerca dello squilibrio della personalità che meglio descrive i tuoi sintomi. “Ah, eccolo qua: turba della personalità aggressiva- possessiva ( State tranquilli che in mezzo ad oltre 730 definizioni di disturbi mentali una per voi la trovano!). Una teoria psichiatrica, che ancora ha corso anche se è sempre più spesso contestata, diagnosticherebbe il tuo comportamento come il sintomo di una lesione cerebrale e, ti verrebbero somministrati farmaci per cancellare questo presunto sintomo.
Il tuo consulente filosofico ti chiederebbe: “Quale significato, scopo o valore ha adesso per te questa mossa? E:quale effetto produrrà sulla tua prossima mossa? E:”Come giudicheresti la tua situazione in questa partita e, come potresti migliorarla?”.Il filosofo considera la mossa non soltanto come effetto di una causa precedente, ma come qualcosa di significativo nel contesto della partita, nonché la causa di futuri eventi. Riconosce che hai una scelta di mosse da compiere e considererà forse importante la causa della mossa, non però l'intera vicenda.
Ora diciamo che in questa partita a scacchi Lou Marinoff in Platone meglio di Prozac, da cui io ho attinto ingenerosamente, mette in evidenza luci e ombre di ogni approccio ma non del suo, era evidentemente di parte, poiché se è vero che il passato non si può cambiare (come dice più avanti) alludendo evidentemente alla pratica psicoanalitica, è anche vero che conoscere ciò che ti turba è un modo per andare avanti. E' anche vero che non si può sempre cercare una causa di tutto – in relazione alla pratica psicoterapeuta- poiché il mondo delle scienze umane è molto più complesso delle scienze naturali, non fosse altro perchè molto più giovani, e quindi non sempre A è causa di B, che a sua volta è causa di C., ma possono esserci degli eventi a noi sconosciuti, delle suggestioni, dei ricordi, dei sogni, delle energie (passatemi il termine) che aggrovigliandosi come in una grande matassa sono tutte o in parte causa di un singolo evento, qui il metodo matematico non è applicabile. E pur d'accordo con le critiche, a cui io mi sono aggiunta, alle pratiche psichiatriche talvolta eccessive, bisogna però ammettere che ci sono patologie che hanno bisogno di una cura farmacologica, magari in concomitanza con una psicologica-psicoanalitica. Bisogna però ammettere che nonostante il fascino e la forza della consulenza filosofica, essa non è sufficiente in caso di gravi problemi poiché come ammette lo stesso Lou (oramai siamo amici!), questo tipo di approccio è rivolto esclusivamente ai sani!Quindi ad ognuno il suo metodo. Io proporrei la collaborazione tra i vari esperti in consulenza, poiché sarebbe molto più proficua per il genere umano e, per evitare che si cada come sempre nella rete degli “incontri mancati”, pur di ammettere ognuno di aver ragione sull'altro!
Simonetta Frongia

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